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Redazione

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Il nostro sguardo in questa quarta domenica di quaresima è rivolto a Gesù sulla croce nel momento supremo del suo amore per tutta l'umanità. Guardando a lui e credendo in lui  noi siamo salvi.
Il brano evangelico proposto dalla liturgia è tratto dal dialogo tra Gesù e Nicodemo e ci rivela qualcosa di grandioso. Gesù dice Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede non vada perduto ma abbia la vita eterna. Dio ha tanto amato il mondo: l'ho amato "tanto", in una maniera così grande che non ce n'è una maggiore. Ecco l'infinito, l'immenso amore di Dio per il mondo, per l'umanità, per ciascuno di noi. Continua ancora Gesù: Dio non ha mandato il Figlio del mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Dio non condanna, Dio ama, Dio soffre, Dio salva. C'è qui qualcosa di importante da imparare: a noi viene normale condannare, puntare il dito, evidenziare le cose negative, sui drammi, sui peccati. Dio ama il mondo così come è, proprio perché è nel peccato, viene per salvarlo. Il Figlio crocifisso è la luce, è la verità, è la vittoria sulle tenebre e sul peccato. Di fronte a Lui dobbiamo fare una scelta perché Egli è la via, la verità e la vita. E il Crocifisso è il segno credibile che una esistenza donata ha valore sempre, persino oltre la morte.
Dio ama il mondo, lo ama infinitamente. Credere nella Luce è scegliere la vita, quella eterna, cioè piena, divina, traboccante.
Per questo tempo inedito è di ampio respiro il desiderio di Papa Francesco « far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità per sognare insieme e rendere la vita una bella avventura» (Ft 9).
Gesù è venuto nel mondo, ha dato la sua vita perché si potesse realizzare questo sogno di unità: la fraternità, questo sogno d’amore per l’intera umanità.
La vita in comune è l’espressione di bellezza, è una realtà che ci tocca e ci forma profondamente. Nessuno può aprirsi all’esistenza da solo e ogni persona che incontriamo ci aiuta sempre a conseguire l’obiettivo della nostra crescita interiore. Abbiamo bisogno «di una comunità che ci sostenga- dice il Santo Padre -  che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti, a sognare insieme».  
Gesù ha chiamato ciascuno di noi a condividere questo sogno di unità, ad essere artigiane di comunione, pronte a pagare un prezzo, un costo con la nostra vita, ad essere  uomini e donne di fede che affermano che la fraternità è determinata da una familiarità fondata sull’accoglienza della volontà di Dio nel dono incondizionato di noi stessi. Voglio chiedermi:

  • Cosa apprezzo della fraternità che vivo e che è costata la vita di Gesù? Come mi aiuta nel ricercare la volontà di Dio?

Il Signore ci doni la grazia di credere all’Amore per amare le nostre fraternità cercando sempre di rispondere alla volontà del Padre.

Il Vangelo di i questa terza Domenica di Quaresima ci presenta un Gesù inedito, che non ci saremmo aspettati.
“Si avvicinava la Pasqua dei Giudei, - ci narra Giovanni -  e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
Gesù sa che nel nostro cuore abita la tentazione del mercante. Abita cioè la bramosia di possedere e di gestire la creazione e le creature come oggetti da prendere e da vendere, di cui appropriarsi e di cui usufruire in modo da sentirci un poco più sicuri. Si tratta della tentazione di divenire padroni, per vivere l'illusione di essere padroni anche della propria vita. Le cose create e a noi donate, dunque, divengono calamite per piccoli o grandi attaccamenti. E anche le relazioni e le persone scadono progressivamente nella categoria utilitarista di idoli da venerare, per il proprio autocompiacimento.
Gesù conosce la nostra debolezza. Ci chiede di rischiare la rottura con le nostre formalità, ci propone di distruggere le pareti in cui nascondiamo questa nostra debolezza e di  fidarci di Lui.
Egli sa che nel nostro cuore  abita una infinita esigenza di fiducia! E la fiducia è il terreno fertile per una autentica libertà, per un’adesione alla vera legge dell'amore..
Non esiste umanità che non sia ferita, dal punto di vista della fraternità e Papa Francesco, di fronte alle tante malattie che la segnano suggerisce una «cura» specifica a base di gratuità e tenerezza. La gratuità è la dimensione umana che consente di «fare alcune cose per il solo fatto che di per sé sono buone, senza sperare di ricavarne alcun risultato, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio» (Ft 139). Si accoglie la persona in quanto diversa, non perché utile. Questo atteggiamento di coscienza fa crescere la nostra umanità e modella la nostra testimonianza. La tenerezza, invece, «è l’amore che si fa vicino e concreto. È un movimento che parte dal cuore e arriva agli occhi, alle orecchie, alle mani» (Ft 194) ed è la forza interiore che ha il coraggio di apparire in gesti concreti di servizio.
Siamo incoraggiati ad impegnarci a curare i nostri rapporti ponendo alla base della fraternità una maggiore fiducia reciproca che consente di creare un clima di spontaneità e autenticità e permette ad ognuno di poter essere se stesso. Vogliamo chiederci

Come desidero curare la mia e altrui fragilità?
Concludiamo questa riflessione con la preghiera di colletta:
Signore nostro Dio,
che riconduci i cuori dei tuoi fedeli
all’accoglienza di tutte le tue parole,
donaci la sapienza della croce,
perché in Cristo tuo Figlio
diventiamo tempio vivo del tuo amore. Amen
Giovedì, 04 Marzo 2021 08:40

4 febbraio 2021 - 4 marzo 2021

4 febbraio 2021 - Solennità di Santa Maria  De Mattias
4 marzo 2021 - Anniversario di Fondazione dell'Istituto

La memoria liturgica della nascita di Santa Maria De Mattias e l'anniversario della Fondazione del  nostro Istituto sono due ricorrenze tanto care che, all'inizio  di ogni anno, ci permettono di riassaporare in novità la ricchezza della nostra identità carismatica e di ritrovarci intorno a Colei che ci ispira con il suo esempio di vita piena, a crescere nel Sangue dell'Agnello lasciando emergere, giorno dopo giorno,  quell'umanità  rinnovata che siamo chiamate a donare agli altri.
Celebrare Santa Maria De Mattias, m questo tempo speciale di pandemia, significa riconoscere, nel suo cammino di grazia, le fedeli e quotidiane risposte con cui ha fatto della sua esistenza un dono e la perseveranza con cui si è lasciata conformare dal Signore per essere spazio fecondo di vita.
Con gli occhi del cuore e della mente fissi su Cristo, ella ha perseverato nel desiderio di conseguire la promessa. Motivata dall'Amore, ha vissuto con tenerezza e soavità lasciando spazio al Sommo Bene che ha cercato con instancabile e insaziabile desiderio.
Riconosciamo in Lei la forza profetica di un amore autentico che ha orientato tutta  la  sua  esistenza, quell'"amore esclusivo, stabile, perenne e stimolo irresistibile che conduce a tutti gli eroismi" (Paolo VI, 5 marzo 1967) e che l'ha resa trasparenza della Divina Presenza.
Con audacia e coraggio ci ha consegnato passi umili e perseveranti, tracciati con leggerezza e profondità, per aprirci un orizzonte di pienezza possibile.
Ai piedi della Croce, tra i rivi scorrevoli del Divin Sangue, Maria, attratta dalla Bellezza che salva, ha imparato ad amare senza calcoli e a donare in sovrabbondanza l'amore smisurato che il  Padre  ha riversato nel suo grembo facendosi strumento affinché "tutti potessero partecipare dei frutti di redenzione" (MDM, Prefazione da Regole e Costituzioni 1857).
Senza sottrarsi mai alle esigenze del dono di sé e rimanendo fedele alla propria offerta, Maria di Vallecorsa ci trasmette la fiducia nel potere del Sangue di Cristo che rinnova  ogni cuore  e in  ogni  tempo compie meraviglie in coloro che, docilmente, sono pronte a dare anche la vita perché sia da tutti adorato e benedetto (MDM, da Regole e Costituzioni 1838) questo Fiume inesauribile di Misericordia.

Sentiamoci chiamate "a una intensa vita spirituale, intesa come vita in Cristo, vita secondo lo Spirito, che configura ogni itinerario di crescente fedeltà"(..) Questo essere in Lui viene prima di ogni servizio, di ogni agire, per cui la fedeltà a Cristo permette di essere il prolungamento nella storia della presenza del Risorto" (Il dono della fedeltà. La gioia della perseveranza, n.32) e della Sua Eterna Bellezza.
Oggi, di fronte a tante manifestazioni di fragilità e precarietà personale e comunitaria, dobbiamo riscoprire in novità l'invito di Gesù a "rimanere nell'Amore" (Gv 15,9). Il segreto della fecondità di Maria De Mattias  ha  risieduto  in  questo  suo  radicarsi nell'amore, immergersi nel Sangue e  abitare la Vita Divina, nonostante i limiti e le sfide quotidiane.
Rimanere è perseverare. "Cristo ci insegna ad abitare nella corrente dell'amore di Dio, prendervi stabile dimora, affinché il nostro amore non perda per strada il suo ardore e la sua audacia" (idem, n.104).

Possiamo chiederci allora: Cosa mi aiuta a rimanere? Cosa motiva la mia perseveranza?

Viviamo il totale affidamento di noi stesse all'Amore del Sangue Prezioso perché ci apre alla pienezza della vita e, riversato in abbondanza nei nostri cuori, ci doni di perseverare nel  cammino,  senza  stancarci  mai  di adoperarci con tutte le forze e con tutti i mezzi per collaborare con Cristo alla redenzione dell'umanità.

Siamo rapiti in questa domenica dalla Trasfigurazione di Gesù, che con la sua luce mette speranza e gioia nel cuore.  Una pagina luminosa: Gesù è il sole della nostra vita, e la nostra esistenza si muove sotto lo sguardo luminoso di Dio. Sul monte, Gesù si trasfigura. - «Le sue vesti divennero splendenti, bianchissime» Il monte la dimora di Dio, luogo che offre la possibilità di uno sguardo nuovo sul mondo, colto da una nuova angolatura, osservato dall'alto, da un punto di vista inedito, il punto di vista di Dio.
La nostra comprensione e la nostra intelligenza non sempre ci bastano, le cose attorno a noi non sono sempre chiare. Come Pietro anche noi siamo cercatori di luce, di senso e di significato. E la fede che cerchiamo è «visione nuova delle cose», «vedere il mondo in un’altra luce».
Pietro ci apre la strada con la sua esclamazione straordinaria: maestro che bello qui! Vorremmo anche noi la bellezza del credere. Vorremmo anche noi una fede così concreta che rende bella la vita!
La fede viva si alimenta di stupore, di innamoramento, di incanto e la forza del cuore di Pietro è la scoperta della bellezza di Gesù, da lì viene la spinta ad agire una passione, un’attrazione del cuore, per un Volto bello che ha sedotto. Venne dal cielo una nube, e dalla nube una voce: ascoltate lui. Gesù è la Voce da ascoltare, da seguire, da lasciarsi raggiungere e trasformare: ascoltatelo, dare tempo e cuore alla Parola, fino a che diventi carne e vita.
Per Papa Francesco, «essere cristiani non è aderire a una dottrina, ma è un incontro e si diventa tali perché si riconosce di essere stati amati e incontrati, perché ci si scopre perdonati e invitati ad agire nello stesso modo in cui Dio ha agito con noi» (1 aprile 2019). Vogliamo incoraggiarci a cercare nella cultura del dialogo, la via dell’incontro perché da tutti «si può imparare qualcosa, nessuno è inutile, nessuno è superfluo» (Ft 215). Attraverso il dialogo e soprattutto l’ascolto impariamo ad integrare le differenze, ad illuminare vicendevolmente le esperienze, a favorire quell’evangelizzazione reciproca che porta ampio respiro alla vita. «Avvicinarsi, esprimersi, ascoltarsi, guardarsi, conoscersi, provare a comprendersi, cercare punti di contatto, tutto questo si riassume nel verbo “dialogare”» (Ft 198). Attraverso il dialogo suscitiamo la fiducia nella vita, che, nonostante le ferite, mantiene la sua promessa di riuscita, di salvezza e di bontà che è contenuta già in ogni nascita.
Sentiamoci chiamate a trasformare ogni dialogo in un possibile momento di grazia, «correndo il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, con il suo dolore e le sue richieste» (EG 88). La gratuità motivi il nostro cuore alla disponibilità interiore alla relazione, senza disattenzioni, senza frette, senza difese di fronte alle persone, e senza criteri di selettività, per portare vita, luce e speranza.

  • Quali passi posso fare per dialogare con fiducia e favorire l’incontro con l’altro/a?
Lo Spirito Santo ci conduca e ci indichi sentieri nuovi di luce e di incontro

 “In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Questa prima domenica di Quaresima il Vangelo di Marco ci propone l’esperienza di Gesù nel deserto. Deserto e regno, sterilità e fioritura, morte e vita: i versetti che dipingono i paesaggi del cuore di ogni persona. Gesù inizia dal deserto: dalla sete, dalla solitudine, delle interminabili notti del cuore. Sceglie di entrare da subito nel paesaggio della nostra fatica di vivere. Ci sta quaranta giorni, un tempo lungo. Si fa umanità. Resiste, e dai sassi emerge la vita. Il regno di Dio è simile a un deserto che germoglia la vita, un rimettere al mondo persone disgregate e ferite. Una forza nuova, trasformativa, risanante, ecco la buona notizia: Dio è vicino convertitevi e credete nel Vangelo. Credete nell'amore. All'inizio di Quaresima, queste parole sono una promessa. Perché ciò che converte il cuore dell'uomo è sempre una promessa di più gioia.
La passione che anima la vita di Gesù è il progetto di amore che il Padre ha per l’umanità: la sua salvezza; è questa convinzione profonda che lo spinge ad incontrare ogni persona, «a scegliere la fraternità» (EG 91).
L’“uscita” della missione che Papa Francesco raccomanda, ha la sua radice nella « fraternità mistica», dove la relazione personale con Dio ci impegna nello stesso tempo con gli altri (EG 92), senza rinchiuderci in uno spiritualismo individualistico. «Per condividere la vita con la gente e donarci generosamente - dice il Santo Padre -  abbiamo bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione. Non per il suo aspetto fisico, per le sue capacità, per la sua mentalità o per le soddisfazioni che ci può offrire, ma perché è opera di Dio, sua creatura». (EG 274).
Per noi Adoratrici del Sangue di Cristo, questa esperienza ha un forte valore carismatico: Gesù ha donato il Suo Sangue Prezioso per ogni persona, ognuno vale tutto il Suo Amore effuso sulla Croce. Oltre qualsiasi apparenza, c’è una sacralità che merita tutta la nostra dedizione, la nostra comprensione e accoglienza, la nostra intima ospitalità. «Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita» (EG 274).
Nel silenzio del cuore, mi lascio interrogare dalla Parola: 
Come riconosco la sacralità dell'’altro/a? Avverto la presenza del Regno di Dio nella persona che vive accanto a me?
Lo Spirito che sospinse Gesù nel deserto ci conceda di accogliere l’invito ad un’autentica trasformazione del cuore.

Lunedì, 22 Febbraio 2021 09:56

Quaresima 2021 - Mercoledi delle ceneri

Siamo giunti all’inizio della Quaresima: una nuova opportunità che ci viene donata per mettere ordine nella nostra vita così spesso travolta dalle cose da fare, dalla quotidianità che ci riempie ogni spazio.  
Ecco il tempo di rinnovamento spirituale necessario per ritrovare la nostra verità più profonda, per vivere con intensità e bellezza la nostra sequela ripensando al nostro cammino di fede e ridando ossigeno alla fiamma dell’amore che abita il cuore e che, a volte, sembra spegnersi.
Sentiamoci chiamate a verificare la nostra adesione a Cristo, a prepararci allo stupore della Pasqua recuperando la nostra appartenenza a Lui e all’umanità redenta nel Sangue dell’Agnello.
In questa Quaresima  rifletteremo insieme, settimana dopo settimana, sulla fraternità lasciandoci incoraggiare dal Magistero di Papa Francesco che ci invita ad agire unitamente, a far rinascere in tutti «un’aspirazione mondiale alla fraternità» (Fratelli Tutti, 8) per sognare insieme (9).
Approfondiremo la necessità di riscoprire la fraternità come una profezia per questo tempo. E’ urgente realizzare e custodire ovunque oasi di fraternità, tessere relazioni evangeliche quale risposta generativa in un mondo segnato dalla conflittualità e dalla divisione, per poter vivere secondo la gratuità dell’amore.
É giunto il tempo di superare i tanti steccati che abbiamo costruito, per andare oltre ogni forma di distanziamento e aiutarci a vivere il Vangelo al di là del contesto e della cultura, per testimoniare il Signore Risorto. Abbiamo bisogno di sentirci proattivi, semplici, chiamati a tessere relazioni evangeliche, strappando la fraternità dal rischio di una espressione scontata e aprendoci alla prospettiva che rimane: cioè quella di convertirci in un rinnovato stile di azione e di vita.
Sentiamoci sollecitate a compiere piccoli passi di rinnovamento per giungere a quella trasformazione interiore che farà risorgere la nostra vita e che renderà la nostra «fraternità una schola amoris, occasione di crescita e di cambiamento, comunità umana, luogo di accoglienza e di elaborazione dei limiti». (Il dono della fedeltà. La gioia della perseveranza, n.59)
Il Mercoledì delle ceneri segna l’inizio della Quaresima. «Ecco ora il momento favorevole» (2 Cor 6,2)
Vogliamo riflettere sulla fraternità come dono seminato dal Vangelo del regno di Dio, e fondamento delle nostre scelte. Di fronte alle tante forme di intolleranza, alla globalizzazione dell’indifferenza e alle manifestazioni di paura che generano insicurezza, occorre ripensare la fraternità come ragione per una vera convivenza che ricerchi il bene di ogni membro in spirito di riconciliazione, di integrazione e accoglienza delle diversità.
Riscopriamo il desiderio, come ci incoraggia Papa Francesco, di «una fraternità basata sull’amore reale, capace di incontrare l’altro diverso da me, di con-patire le sue sofferenze, di avvicinarsi a lui e prenderci cura di lui anche se diverso da me. Egli è il mio prossimo; in ciascuno vedo riflesso il volto di Dio». (Messaggio Urbi et Orbi, 25/12/2020).

Vogliamo chiederci all’inizio di questa quaresima:
Quale passo concreto voglio promuovere per vivere la fraternità
nella realtà in cui il Signore mi ha posto?
Lo Spirito Santo oriento orienti il nostro cammino per una vera conversione del cuore
Ecco ora il momento favorevole.
Lunedì, 04 Gennaio 2021 08:33

Buon Anno!

Buon Anno! .. Un nuovo anno inizia per noi, un tempo nuovo ci viene donato per realizzare il Regno, un anno per crescere, conoscere, amare e Maria ci accompagna in questa avventura… un’avventura di scoperta di ciò che siamo in profondità e ci insegna a guardare col cuore. Ella “Custodiva tutte queste cose, nel suo cuore» (Lc 2,52): da lei impariamo ad essere custodi di vita, di luce.
È bello vivere momenti di speranza nella vita. Bello il fatto che ciascuno di noi, nonostante tutto, cerchi sempre delle soluzioni dai momenti difficili. Così questo inizio d'anno civile, vissuto in un momento di crisi  mondiale e di sfiducia, diventa un’opportunità in cui celebrare la vita, nonostante tutto.
La Parola di Dio interviene in questo passaggio e ne illumina il senso profondo: l'anno che inizia, probabilmente, sarà pieno di luci e di ombre, come ogni altro anno. Per alcuni sarà un anno in cui le gioie prevarranno; per altri, purtroppo, ci saranno delle sfide da affrontare. Maria ci suggerisce l'atteggiamento corretto per vivere il tempo… orientandolo tutto all'essenziale: serbare ogni evento nel cuore e meditarlo alla luce della Parola. Solo così scopriremo nelle vicende che viviamo, la presenza di Dio, il suo sorriso su di noi. Ella ci insegna a custodire e a guardare al passato con tenerezza, al presente con fiducia e al futuro con speranza.
Oggi celebriamo la festa della maternità di Maria ed è anche la giornata mondiale per la pace. Due priorità all'interno delle nostre scelte quotidiane...
Avere il silenzio meditativo di Maria come modello: Ella davanti al mistero di ciò che le accadeva, conserva tutto meditandolo nel proprio cuore, mettendo insieme i pezzi… cercando di trovare il filo rosso, scoprendone il senso più profondo. Ella cercava di scoprire che Dio le sorrideva, che Dio la stava benedicendo. Qualunque cosa accada, l'essenziale, per noi, è scoprire al di là e dentro gli eventi la presenza di Dio che ci incoraggia e ci rassicura. E questa consapevolezza ci porta la pace profonda nel cuore, una vita che, pacificata, diventa allora pacificante.
Maria che tiene tra le mani il Bambino Gesù nel gesto tenero e generativo della cura. Nel nostro diventare pienamente umani, dipendiamo dalla cura. Siamo chiamati alla relazione: possiamo vivere perché ci sono due mani che ci hanno accolto e ci fanno crescere. La nostra vita è  intrecciata con quella degli altri e ogni cammino è sempre dentro quell’amore che tende alla comunione. Allora esserci è avere cura, premura per l’altro/a, sollecitudine.. cercando di favorirlo nel suo benessere, sentirsi custodi consapevoli della responsabilità che questo implica.
In questo giorno di auguri, le prime parole che la Bibbia ci rivolge sono parole di benedizione: siamo chiamati a benedire, sempre.  Benedire è  invocare dal cielo una forza che faccia crescere la vita, che dia energia per ripartire, risorgere; per cercare, trovare, proclamare il bene che c'è in ogni persona.
Allora un’azione concreta per questo tempo: essere benedizione e custodi dell’altro
Papa Francesco, nell’Enciclica Fratelli tutti  scrive “Nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Qui sta il segreto dell’autentica esistenza umana, perché la vita sussiste dove c’è legame, comunione, cura, fratellanza, benedizione”
 -   Alla luce dei cambiamenti, possiamo chiederci, sono io custode dell’altro? Sono una benedizione per le persone che incontro?
Concludiamo questa riflessione proclamando la bellissima benedizione che Mosè consegnò ad Aronne: “Ti benedica il Signore e ti custodisca, Faccia risplendere il suo volto per te e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.  Amen.  Auguri

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