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Martedì, 30 Marzo 2021 09:02

Domenica delle Palme: Fraternità e percorsi di pace - « Cristo Gesù svuotò se stesso» (Fil 2,7)

Con la domenica delle Palme entriamo nella grande settimana, la settimana santa: il ritmo dell'anno liturgico rallenta. Sono i giorni del nostro destino e sembrano venirci incontro piano, ad uno ad uno, ognuno generoso di segni, di simboli, di luce. Oggi, il nostro sguardo è chiamato ad andare in profondità, oltre la cruda descrizione dei fatti. All'abbondanza di parole, del racconto della passione di Gesù, deve corrispondere l'abbondanza di silenzio, per far spazio allo sguardo del cuore, al vedere non soltanto con il nostro cuore, colmo di sentimenti di ammirazione, compassione, spavento, dolore, smarrimento; ma vedere con il cuore di Dio, chiedendo all'amore materno di Dio che è in noi, lo Spirito Santo, di accompagnarci nella contemplazione.  Con lo sguardo e il cuore di Dio, il nostro guardare quelle piaghe, quelle sofferenze fisiche e atroci del patibolo della croce, diventa un toccare con mano le piaghe aperte di tutte le sofferenze vissute sulla nostra pelle e di tutte quelle condivise, perché siamo stati accanto, fino in fondo, ogni giorno, nell'accompagnare la sofferenza, la malattia di persona a noi cara.

Con lo sguardo e il cuore di Dio, il nostro guardare quella passione di Gesù ci fa andare oltre le piaghe del corpo, per contemplare la sfida radicale della consegna.

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,

non ritenne un privilegio

l’essere come Dio ma svuotò se stesso

assumendo una condizione di servo,

diventando simile agli uomini.

umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte

e a una morte di croce.

            Da quel patibolo, accogliamo la bellezza dell'amore di Dio che si consegna a noi e ci salva.  In questa domenica di passione, siamo chiamati a contemplare la Bellezza che salva, a ripartire da Cristo, imitandolo nel dono di se stesso, donando la vita all’umanità, ponendosi al servizio della fraternità, andando incontro a tutti.  Mettere al centro della propria vita il Signore, il Servo sofferente,  significa decentrarsi e più ci si unisce a Lui, e diventa il centro della nostra vita, più Lui ci fa uscire da noi stessi e ci apre agli altri. In questo dinamismo dell’amore scopriamo il dono della  fraternità che va amata, sperimentata, annunciata e testimoniata.  

            «Cristo – ci ricorda papa Francesco -  è venuto nel mondo per portarci la possibilità di partecipare alla sua vita. Ciò comporta tessere una relazionalità fraterna, improntata alla reciprocità, al perdono, al dono totale di sé, secondo l’ampiezza e la profondità dell’amore di Dio, offerto all’umanità da Colui che, crocifisso e risorto, attira tutti a sé». (48° Giornata Mondiale della pace)

            Questa buona notizia richiede da ognuno un passo in più, un atteggiamento di compassione, di ascolto della speranza e della sofferenza altrui, incamminandosi sulla strada esigente di quell’amore che sa spendersi con gratuità per il bene altrui. Sentiamoci incoraggiati a porre particolare attenzione ai processi di riconciliazione per una fraternità non fine a se stessa, ma rivolta alla missione per rendere l’umanità più solidale e pacifica, dentro quella Galilea che ha i connotati del nostro mondo, della nostra storia e delle nostre diversità.

In questa settimana, la grande settimana, voglio chiedere a me stesso:

  • Quale prezzo sono disposto a pagare per tessere la fraternità? Buon cammino.
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