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Lunedì, 14 Dicembre 2020 09:29

Seconda settimana – «Parlate al cuore di Gerusalemme» (Is 40,2)

In questa seconda domenica del tempo di avvento, la parola di Dio è caratterizzata da una tonalità di pace e di consolazione.
Il Signore chiede: Consolate, consolate il mio popolo.
Dio vuole la nostra consolazione.

in questi tempi difficili, di fronte allo scoraggiamento che abita spesso il nostro cuore, riceviamo  parole che, come balsamo curano le nostre ferite profonde e ci permettono di scorgere il miracolo della presenza di Dio in mezzo a noi.

Sappiamo quanto sia povera, piccola, inefficace  la consolazione che possiamo darci gli uni gli altri nel corso della vita. La comprensione reciproca, soprattutto nei momenti di dolore e di difficoltà, arriva solo fino ad un certo punto. Solo il Signore può consolarci, fin nelle profondità del nostro cuore.

Nelle letture odierne abbiamo il cuore stesso di Dio che si apre, che si squarcia:  Egli vuole parlare al nostro cuore per consolarci, vuole entrare in dialogo intimo con noi per ricrearci, rigenerarci in novità con la sua tenerezza, e con il suo amore smisurato e forte.

Dal Libro del Profeta Isaia ascoltiamo:
«Consolate, consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata».

Parlate al cuore di Gerusalemme.
La sola consolazione è la consolazione che parla al cuore. Solo ciò che sgorga dal cuore ha il potere di parlare al cuore di un'altra persona, di apportarle una vera, una profonda consolazione.
Isaia dice ancora che: Il Signore è come un pastore, egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le sue pecore.
Ci consola saperlo, perché nonostante la lentezza delle nostre risposte Egli ci attende con pazienza, ci raduna, ci prende sul petto, sulle sue braccia e ci conduce dolcemente.
Ecco l’Inizio di una bella notizia… Gesù, il VENIENTE è il pastore bello e buono, che parla al cuore, ci raggiunge nell’intimo. Tutte le altre sono voci che vengono da fuori, la sua è l’unica che suona nell’anima.
Ecco l’azione concreta per preparare la via al Signore: parlare al cuore, dialogare con l’Amore
Siamo incoraggiati a cercare nel dialogo la via dell’incontro e dell’annuncio, ad usare le parole che edifichino nel bene. Perché le parole ci fanno gioire, stupire, commuovere, accelerano il ritmo del cuore, leniscono ferite. Pronunciando parole tessiamo relazioni, alimentiamo la comunione e nell’incontro con gli altri accresciamo il nostro essere. Quando dialoghiamo, scegliamo la vita poiché le nostre parole non sono abbastanza e ci dispongono ad uscire da noi stesse.
Papa Francesco, nell’Enciclica Fratelli tutti scrive: “Per incontrarci e aiutarci a vicenda abbiamo bisogno di dialogare, di parlare. Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia, eppure aiuta discretamente a vivere meglio”.(n.198)

Possiamo chiedere a noi stessi: In questo momento della mia vita come uso le mie parole?
Lo Spirito Santo preparai la via del cuore per dare carne alla Parola e per dare vita alle nostre parole.

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